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Diario

Lettera agli esperti: ghiaccio e inline sono diversi?

Prima parte

Antonio Panfili bronzo 2021

Tutto quello che volevi sapere sul pattinaggio inline raccontato dai massimi livelli… di entrambe le discipline.

 

In questa prima lettera agli esperti capiremo le motivazioni che possono portare un atleta di pattinaggio su ghiaccio ad intraprendere la carriera inline, e quali sono vantaggi e difficoltà nello scambio fra le due discipline.

Scambio di penna con  Antonio e Roberta Panfili, 20/07/2022

Dopo una carriera brillante nel singolo su ghiaccio, Antonio e Roberta decidono di proseguire la loro attività avventurandosi nel mondo del pattinaggio inline, raggiungendo i massimi livelli mondiali. Sia come atleti che come allenatori diventano un vero e proprio punto di riferimento nazionale ed internazionale dell’artistico su tre ruote.

Ciao Antonio! Noi ci conosciamo da tantissimo tempo, fin dalle nostre primissime gare. Ti va di raccontarci un po’ qual è stato il tuo percorso nel pattinaggio su ghiaccio? Ho iniziato a pattinare sul ghiaccio nel 2000 e ho smesso nel 2015. Sono stato atleta della Nazionale Italiana di ghiaccio per molti anni durante i quali ho partecipato a 2 Grand Prix Junior (in uno di questi sono riuscito anche a centrare la top ten) ottenendo la convocazione ai mondiali Junior di Milano 2013 (dove ho centrato l’obiettivo della qualificazione al free skating al termine del quale mi sono classificato 22 esimo). Con il passaggio alla categoria Senior sono entrato a far parte della selezione olimpica e ho concluso la mia carriera presentando e riuscendo a completare il triplo axel in gara.

Dopo il tuo percorso su ghiaccio, già di vertice nazionale, la tua carriera inline è ulteriormente proseguita verso l’alto. Ci puoi riassumere i tuoi risultati da atleta su ruote? Ho cominciato a pattinare sugli inline nel 2016 per “curiosità” e “divertimento”, spinto da mia sorella Roberta che già allenava un piccolo gruppetto di atleti. Inizialmente ho preso la cosa come un modo “simpatico” per mantenermi in forma, una sorta di alternativa alla palestra. Successivamente ci ho preso gusto, ho cominciato ad allenarmi con più costanza e ho partecipato al Wifsa World Open di Milano nel 2016 dove ho vinto. Il primo posto mi è valso la convocazione al Campionato Mondiale di Novara che è stato un mondiale molto sofferto in quanto la settimana prima della competizione, durante il raduno pre-mondiale ho fatto una distorsione importante alla caviglia sinistra. Nonostante il dolore e nonostante io abbia dovuto rivedere gli elementi inseriti nel programma per evitare tripli partiti con il piede sinistro, sono riuscito a conquistare la mia prima medaglia mondiale: un bronzo. A questa hanno fatto seguito l’argento conquistato a Nanchino (Cina) nel 2017, quello ottenuto a Muilleron le captif (Francia) nel 2018, il bronzo vinto a Barcellona (Spagna) nel 2019 e al bronzo di Asuncion (Paraguay) del 2021 (nel 2020 non si sono disputati i Campionati Mondiali a causa dell’emergenza Covid-19). In campo europeo ho preso parte al primo Campionato Europeo della storia del pattinaggio artistico Inline che si è svolto nel 2017 a Dijon (Francia) dove sono salito sul gradino più alto del podio, l’anno successivo a Cork (Irlanda) ho bissato il risultato, nel 2019 non ho partecipato ai Campionati Europei in quanto la Federazione ha convocato alla competizione il secondo classificato a livello italiano. Nel 2020, causa emergenza Covid-19, non c’è stata alcuna competizione ma nel 2021 ho calcato nuovamente il palcoscenico europeo vincendo per la terza volta l’oro a Riccione (Italia). A livello italiano ho vinto i primi campionati Italiani della storia del nostro sport che sono stati organizzati a Folgaria nel 2018, ho conquistato nuovamente il metallo più prezioso nel 2019 a Ponte di Legno, nel 2021 ho ottenuto l’argento a Riccione e quest’anno sono tornato sul gradino più alto del podio a Ponte di Legno.

Tu e Roberta venite dalla zona di Venezia, perciò si può dire che non avete mai avuto “il ghiaccio facile”. Scegliere di passare al pattinaggio inline ha reso più agevole il tuo percorso di atleta?  Sì io abito a Noale, per andarmi ad allenare ho dovuto, fin da piccolo, fare tanti km accompagnato da mio papà per poter pattinare sul ghiaccio. Il passaggio all’inline non ha reso più semplice il mio percorso da atleta vero e proprio (le ore di allenamento e l’impegno che dedico alla disciplina è il medesimo) ma sicuramente mi ha permesso di investire il tempo “risparmiato” dei viaggi per fare altro: sono iscritto all’università, lavoro e, non per ultimo, alleno, assieme a mia sorella Roberta, nella nostra squadra di pattinaggio artistico inline.

Quali sono state le difficoltà tecniche che hai riscontrato nel passaggio dai pattini ghiaccio a
quelli inline? Le difficoltà tecniche che ho riscontrato nel passaggio tra ghiaccio e inline e che io e Roberta notiamo anche in tutti gli altri pattinatori riguardano soprattutto le trottole e la stabilità. Con l’inline la pressione che si deve esercitare sul filo di rotazione della trottola è enormemente maggiore rispetto a quella del ghiaccio (questo dovuto innanzi tutto alla presenza di un attrito maggiore). Riguardo alla stabilità, mentre la lama del ghiaccio prevede una superficie di appoggio anche oltre il tacco dello stivaletto, la piastra da inline presenta l’ultima ruota esattamente sotto il tacco, un atleta proveniente dal ghiaccio quindi, all’inizio, tenderà a perdere l’equilibrio all’indietro proprio perché abituato ad una maggior superficie di appoggio. Altro motivo di “shock” per gli atleti di ghiaccio che si approcciano per la prima volta all’inline è la modalità di frenata in quanto istintivamente cerca di fermarsi come fa sul ghiaccio ma nell’inline la modalità di frenata è completamente differente. Si tratta tuttavia di una difficoltà che viene facilmente superata con l’abitudine. In ultimo, ma non per importanza, la maggior parte dei pattinatori trova difficoltà nel replicare i passi e i fili come sul ghiaccio. L’inclinazione che permette un pattino inline è diversa da quella che si può ottenere con una lama ed inoltre entra in gioco l’inevitabile discontinuità tra le ruote (che essendo corpi singoli presentano ovviamente un piccolo spazio tra di loro) che non permette la medesima facilità di movimento di una lama che appunto è un corpo unico e continuo. Tra i turns più complicati da eseguire ci sono indubbiamente i Twizzles perché il passaggio da parte anteriore e parte posteriore del pattino è più lenta e difficoltosa rispetto a quello permesso dallo scivolamento della lama sul ghiaccio.

Dal punto di vista emotivo, espressivo o del coinvolgimento tu come atleta e Roberta come allenatrice, avete notato delle differenze tra i due stili di pattinaggio? Dal punto di vista emotivo-espressivo non abbiamo trovato grosse differenze. Sugli inline, come sul ghiaccio, è possibile pattinare su qualsiasi musica. La cosa che varia è la possibilità o meno di svolgere alcune figure. Per esempio sugli inline non è possibile fare scivolate o derapate, di contro, rispetto al ghiaccio, sono possibili figure che vedano l’utilizzo del tacco del pattino (inteso come ultima ruota). 

Grazie Antonio e Roberta! Ci sono ancora molte domande che vorrei farvi, ma credo che ci staranno benissimo in una prossima “lettera agli esperti” ! Nel frattempo ci potreste indicare i contatti per le vostre attività inline? Molto volentieri! A presto! 

Pattinaggio Artistico Inline San Marco
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